Shilajit: il super minerale dell’Himalaya

Lo Shilajit è una sostanza densa e resinosa, di colore scuro e dall’aroma intenso, che si forma nel corso di secoli dalla decomposizione di materia vegetale e microbica intrappolata tra le rocce delle catene montuose asiatiche, in particolare l’Himalaya. Considerato da millenni un rimedio sacro nelle tradizioni ayurvediche, lo Shilajit è oggi riscoperto dalla scienza moderna per i suoi potenziali effetti tonificanti, adattogeni e rigenerativi. In questo articolo esploreremo le sue origini, i benefici documentati e come integrarlo in modo consapevole nella routine quotidiana. 

COME VERIFICARE LA PUREZZA E LA QUALITA’ DELLO SHILAJIT?

È fondamentale acquistare Shilajit purificato da fonti affidabili, preferibilmente accompagnato da certificazioni di laboratorio che attestino l’assenza di metalli pesanti, solventi e contaminanti. I produttori seri forniscono spesso analisi di terze parti e dettagli sul metodo di raccolta e lavorazione.

LO SHILAJIT PUO’ INTERAGIRE CON FARMACI O ALTRE ERBE?

Sì, può interagire con anticoagulanti, farmaci per la glicemia, corticosteroidi e immunosoppressori. È quindi importante consultare un medico prima dell’uso in presenza di terapie farmacologiche o se si assumono altre piante con azioni simili.

Shilajit: origini millenarie e significato culturale 

Il termine “Shilajit” deriva dal sanscrito e significa “conquistatore delle montagne”. Una definizione che ben sintetizza il ruolo straordinario di questa sostanza nella tradizione ayurvedica, dove è considerata un dono sacro della natura, capace di rafforzare il corpo, chiarire la mente e risvegliare l’energia vitale. Secondo gli antichi testi, lo Shilajit si forma grazie all’azione del calore solare che, penetrando nelle montagne durante i mesi più caldi, estrae una resina viscosa ottenuta dal materiale vegetale e minerale compresso nelle rocce per migliaia di anni.

Utilizzato da millenni da yogi, medici e sciamani per favorire la longevità e la forza fisica, era ritenuto in grado di ristabilire l’equilibrio tra corpo, mente e spirito. Viene raccolto tra i 5000 e gli 8000 metri di altitudine, principalmente sull’Himalaya, ma anche sui monti Altai, Caucaso e Tibet. In queste zone, la resina filtra spontaneamente dalle fessure rocciose e, a causa della sua natura appiccicosa, tende a inglobare facilmente impurità, detriti vegetali e piccoli frammenti rocciosi.

I raccoglitori locali si avventurano tra sentieri impervi per individuare i punti di essudazione e prelevare lo Shilajit a mano. Il primo passo della purificazione consiste nell’immergere la resina in acqua sorgiva pura (rapporto 5:1), dove le impurità tendono a salire verso l’alto. Dopo ore di decantazione, la miscela viene filtrata più volte attraverso setacci di finezza crescente, fino a ottenere una soluzione limpida. A questo punto, si procede con un’essiccazione lenta e a bassa temperatura (sotto i 40°C) per non danneggiare le vitamine e i minerali termolabili, conservando così il pieno potenziale biologico dello Shilajit.

Curiosamente, lo Shilajit compare anche in antichi testi medici persiani e dell’Asia centrale con il nome di “mumiyo”. Alcune leggende raccontano che Alessandro Magno ne facesse uso per rinvigorire i suoi soldati. In India era associato alle pratiche yogiche avanzate, mentre in Tibet sosteneva la meditazione ad alta quota e aiutava i monaci a superare gli inverni più rigidi. La medicina Unani lo considerava un potenziatore naturale, spesso miscelato con altri rimedi per aumentarne l’efficacia terapeutica.

shilajit rigenerante

MEGLIO SHILAJIT IN CAPSULE, POLVERE O RESINA?

La resina è considerata la forma più pura e potente, ma richiede attenzione nel dosaggio e nella conservazione. Le capsule e le polveri sono più pratiche, ma talvolta contengono eccipienti e possono avere una biodisponibilità inferiore rispetto alla resina naturale. 

Composizione bioattiva: il segreto nutrizionale dello Shilajit 

Lo Shilajit puro è una resina nera viscosa, il cui colore intenso e la consistenza sono il risultato di un processo di formazione millenario. Contiene oltre 85 minerali in forma ionica altamente biodisponibili, vitamine, aminoacidi, fosfolipidi, acidi umici e una significativa concentrazione (2–10%) di acido fulvico, elemento chiave che ne amplifica la biodisponibilità e il valore nutrizionale.

L’acido fulvico agisce infatti come vettore biologico: migliora l’assorbimento dei nutrienti a livello cellulare, regola l’equilibrio elettrolitico, protegge le membrane cellulari e combatte i radicali liberi con una potente azione antiossidante.

Ma la ricchezza dello Shilajit non si ferma qui: la sua complessa composizione include anche triterpeni, dibenzo-alfa-pironi e peptidi bioattivi, tutti coinvolti in processi di rigenerazione cellulare, regolazione ormonale e detossificazione. Questa sinergia lo rende un vero e proprio catalizzatore naturale per il metabolismo e il riequilibrio dell’organismo.

Tra i benefici principali documentati dello Shilajit:

  • Azione adattogena: sostiene la risposta fisiologica allo stress fisico ed emotivo, potenziando la capacità dell’organismo di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
  • Attività antiossidante e anti-aging: protegge le cellule dallo stress ossidativo, contribuendo a prevenire l’invecchiamento precoce e il danno cellulare.
  • Supporto neurocognitivo: migliora la memoria, la chiarezza mentale e la concentrazione, con potenziale effetto protettivo sul sistema nervoso centrale.
  • Azione ormonale e sessuale: promuove la produzione naturale di testosterone, supporta la sfera sessuale maschile e femminile, aiuta a regolarizzare il ciclo mestruale e contribuisce al benessere della prostata.
  • Rinforzo di ossa e articolazioni: favorisce la densità ossea e la flessibilità articolare, risultando utile in caso di osteopenia o rigidità muscolare.
  • Sostegno immunitario: rafforza le difese dell’organismo grazie alla sua azione antinfiammatoria sistemica.
  • Effetto rivitalizzante e dermorigenerante: migliora l’aspetto della pelle, stimola la rigenerazione tissutale e favorisce la cicatrizzazione.
shilajit salute ormonale

QUAL E’ IL MOMENTO MIGLIORE DELLA GIORNATA PER ASSUMERE LO SHILAJIT?

Il momento ideale è al mattino a digiuno, quando l’organismo è più predisposto ad assorbire i principi attivi. In alternativa, può essere assunto nel pomeriggio, purché lontano dai pasti, per sostenere l’energia e la concentrazione.

Evidenze scientifiche e nuove frontiere terapeutiche dello Shilajit

La ricerca scientifica moderna continua a confermare il valore terapeutico dello Shilajit e ne sta ampliando il campo d’azione ben oltre quanto ipotizzato dalle tradizioni antiche. Recenti studi clinici hanno evidenziato la sua capacità di:

  • Regolare la glicemia e i livelli di colesterolo, contribuendo alla prevenzione delle sindromi metaboliche e del diabete di tipo 2;
  • Sostenere la funzionalità epatica, favorendo i processi di detossificazione, la protezione contro lo stress ossidativo a livello epatocellulare e dimostrando effetti epatoprotettivi;
  • Migliorare la performance fisica e sportiva, grazie all’aumento della produzione di energia mitocondriale e alla riduzione dell’accumulo di acido lattico;
  • Favorire il recupero muscolare post-allenamento, con effetti documentati anche sul miglioramento della resistenza alla fatica e sulla rigenerazione cellulare;

Particolarmente rilevante è l’interesse scientifico verso il suo utilizzo come coadiuvante nella gestione dell’infiammazione cronica di basso grado, una condizione sempre più riconosciuta come fattore predisponente in numerose patologie degenerative moderne, sebbene le ricerche siano ancora in fase di sviluppo.

Come assumere lo Shilajit

Lo Shilajit è disponibile in forma di resina purificata, capsule o polvere. La forma in resina pura è la più pregiata, poiché conserva intatte le proprietà originarie, ma è anche la più delicata da trattare e conservare. È fondamentale scegliere prodotti certificati, lavorati a basse temperature e privi di contaminanti come metalli pesanti, solventi industriali o micotossine.

Modalità d’uso consigliata (uso interno):

  • 200–500 mg di resina al giorno, disciolti in acqua tiepida o latte vegetale, preferibilmente al mattino a digiuno.
  • Alcune pratiche ayurvediche ne consigliano l’utilizzo ciclico: ad esempio, 3 settimane di assunzione seguite da 1 di pausa.
  • In forma di capsule o compresse, seguire sempre le indicazioni del produttore.

Modalità d’uso consigliata (uso esterno): lo Shilajit può essere applicato localmente sulla pelle, previa diluizione in oli vettori naturali (come olio di sesamo o jojoba), per sfruttarne l’effetto cicatrizzante, anti-infiammatorio e rigenerante. È utile in caso di:

  • piccole ferite o abrasioni,
  • dolori articolari o muscolari (in combinazione con oli essenziali ad azione analgesica),
  • imperfezioni cutanee o pelle spenta.

Nei testi ayurvedici, lo Shilajit veniva spesso mescolato con latte caldo speziato per potenziarne l’effetto rinvigorente. I guerrieri lo assumevano prima delle battaglie, mentre gli asceti lo impiegavano durante lunghi digiuni o ritiri spirituali. In alcune tradizioni era anche impiegato come unguento per lenire le ferite o proteggere la pelle dai rigori dell’alta quota.

Controindicazioni e precauzioni d’uso dello Shilajit

Lo Shilajit è un rimedio potente, ricco di principi attivi, e va utilizzato con attenzione, seguendo scrupolosamente le indicazioni d’uso e le eventuali controindicazioni personali. Nonostante la sua origine naturale, può interferire con alcuni trattamenti farmacologici o condizioni cliniche preesistenti.

Evitare l’uso in caso di:

  • Gravidanza e allattamento, per l’assenza di studi specifici sulla sicurezza in questi periodi;
  • Patologie autoimmuni attive, poiché alcuni componenti possono stimolare il sistema immunitario;
  • Terapie con anticoagulanti, corticosteroidi o immunosoppressori, a causa della possibile interazione con la composizione dello Shilajit;
  • Insufficienza epatica o renale grave, salvo diverso parere medico;
  • Allergie note ai componenti dello Shilajit o ipersensibilità a resine naturali.

È inoltre importante tenere conto che alcuni prodotti presenti sul mercato possono contenere impurità o contaminanti se non adeguatamente purificati. Assumere solo Shilajit purificato e certificato, proveniente da fonti sicure, idealmente accompagnato da analisi di laboratorio che ne attestino la qualità.

Conclusioni

Celebrato fin dai tempi antichi come un rimedio universale per il corpo e la mente, lo Shilajit si conferma oggi un alleato prezioso per il benessere globale dell’individuo. Ricco di elementi bioattivi e minerali rari, contribuisce al ripristino dell’equilibrio interno, sostenendo energia, lucidità e vitalità. Un punto d’incontro tra le antiche pratiche curative e le moderne strategie della medicina integrata, lo Shilajit rappresenta una risorsa potente che merita di essere utilizzata con conoscenza, attenzione e rispetto verso la sua origine millenaria e il suo potenziale terapeutico.

 

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